venerdì 26 marzo 2010

LETTERA DI UN UOMO ONESTO


Cara Emma,

sono rientrato ieri mattina da un tour di force di tre giorni, con prima tappa a Miami dove, su invito del Dipartimento di Stato USA (quello della Signora Clinton così offesa con me, tanto per capirci), ho raccontato la nostra esperienza dell'Aquila davanti ad una platea di tecnici ed esperti che volevano capire come ricostruire Haiti. Mi pare che siano rimasti a bocca aperta davanti al nostro lavoro.
bertolaso papa jpegbonino vista da PDL

Poi sono stato a Port-au-Prince, dove ho toccato con mano l'affetto e l'amore che gli haitiani nutrono oggi per l'Italia, dopo aver visto all'opera il nostro team, la nostra squadra composta da volontari, medici, infermieri, tecnici, vigili del fuoco, marinai, piloti, alpini, genio militare, carabinieri, che usando come piattaforma tecnologica la nostra Ammiraglia, Nave Cavour, hanno svolto un lavoro esemplare che ha riscosso l'ammirazione della popolazione locale e di tutte le organizzazioni bilaterali e internazionali presenti sui luoghi di quel tremendo terremoto.

Abbiamo fatto vedere cosa sia davvero il Sistema Italia, una squadra compatta, coesa, che ha lavorato con il sincronismo di un orologio svizzero e si è meritata le lodi della Signora Ministro degli Esteri Europea, scritte in un telegramma di sintesi della riunione dei Ministri degli Esteri dei Paesi Europei, tenuta a Bruxelles, di cui troverai traccia sul nostro sito.

Abbiamo dimostrato, ad Haiti, come si può coniugare la passione e la disponibilità dei civili con l'organizzazione e la competenza dei militari. Abbiamo, ancora una volta con i fatti, presentato un modello Italia che è il migliore per prestare aiuto in tempi brevi e in modo efficace in qualsiasi parte del mondo indifferente alle telecamere e ai taccuini di chi vuole raccontare verità non vere.

Prima di partire da Haiti ho incontrato Bill Clinton, che mi ha detto:" I love Italy, I love your job", e mi ha chiesto di venire a L'Aquila per capire come abbiamo potuto gestire un terremoto fra i peggiori della nostra storia moderna.

Al mio arrivo in ufficio, ieri mattina, ho trovato ad accogliermi il volantino elettorale che Ti allego.

Un volantino a sostegno della Tua candidatura, quella che conosco come una donna in gamba, preparata, capace e, come noi, abituata a lottare per i propri ideali senza guardare in faccia a nessuno.

Ma sono rimasto sconvolto aprendo il volantino e leggendone il testo, che fa commenti vergognosi, allusioni, riferimenti alla vicenda che mi ha devastato la vita a titolo personale, ma che nulla ha a che vedere con il sistema della Protezione Civile che tutti insieme abbiamo contribuito a realizzare e che si è imposto all'ammirazione dell'opinione pubblica internazionale.

La Protezione Civile viene derisa in modo squallido. Quelli "che lavorano con la Protezione Civile... se la ridono!" è una frase inaccettabile, indegna, di una bassezza paurosa. Chi sarebbero quelli che ridono? Io? I miei collaboratori, quelli che vestono la maglietta bordata con il tricolore che tu conosci benissimo per averla anche indossata quando eri con noi in Sri Lanka? Le migliaia di italiani che hanno "lavorato con la Protezione Civile" dal 6 aprile del 2009 per assistere ed aiutare in ogni modo la popolazione colpita dal sisma?

Alle 3.32 di quella notte io non ridevo, nessuno di noi lo ha fatto. Con l'angoscia e l'ansia nel cuore, con la consapevolezza che ci attendevano giorni drammatici ci siamo tutti precipitati a garantire quei soccorsi e quegli interventi, ai quali moltissimi di noi hanno fornito un contributo determinante.

Basta rivedere le immagini della nostra sala operativa quella notte per capire l'enorme impegno con il quale tutta la Protezione Civile si è precipitata a dare il meglio di sé.

Lo abbiamo fatto per giorni e notti, per settimane e mesi senza mai guardare l'orologio e il calendario, senza sosta, crollando dalla stanchezza e dalla fatica ma andando avanti sempre con totale determinazione, condividendo ogni istante con i terremotati sole, caldo, neve, fango, pioggia e tanta fatica, coinvolgendo in questo sforzo decine di migliaia di persone di ogni parte d'Italia che non si sono risparmiati dando il massimo e il meglio di se stessi. L'abbiamo fatto con sacrifici personali, sul piano dei rapporti famigliari, della nostra vita normale che ci siamo lasciati sconvolgere sapendo perchè lo facevamo e con quale spirito stavamo all'Aquila.

In questi ultimi mesi sono stato oggetto d'indagine, e lo sono tuttora, e intendo precisare che i magistrati non hanno formulato né a carico mio né di altri del Dipartimento nessun capo di imputazione in relazione a fatti accaduti nel corso di esecuzione dei lavori previsti per fronteggiare l'emergenza terremoto in Abruzzo.

I media si sono incaricati di gestire un loro processo, nel quale intercettazioni raccolte a titolo di indizio sono state contrabbandate come prove assolute e inconfutabili sia della mia personale colpevolezza, sia del rischio di lesione grave alla democrazia derivante dal ruolo svolto dal Dipartimento in relazione alla gestione dei Grandi Eventi.

Mi sono limitato, in tutto questo periodo, a difendere la mia onorabilità e la mia estraneità ai fatti di cui si pretendeva fossi il protagonista, senza reagire a strumentalizzazioni ad uso politico peraltro evidenti, giunte sino alla menzogna usata nelle sedi istituzionali, come nel caso delle dichiarazioni infervorate che ho ascoltato in Parlamento nei giorni di discussione del decreto legge, che mi accusavano di voler privatizzare la Protezione Civile senza provare la minima vergogna, quando bastava leggere i testi che questi illustri Parlamentari stavano discutendo per essere sicuri del contrario.

Non ho reagito quando è venuta fuori la storia di questi ignobili faccendieri che ridevano pensando ai futuri guadagni, se non per associarmi alla condanna più ferma di un comportamento semplicemente inumano, che tu sai bene quanto io possa aver gradito. Non ho reagito neppure quando nella tela disegnata dai miei diffamatori si è cominciato a capire che non ero certo io al centro dell'inchiesta, ed anche il Corriere della Sera ha smesso di rubricare le notizie sotto la voce Protezione Civile.

L'ho fatto per rispetto delle Istituzioni ed anche del momento politico, segnato da una campagna elettorale che resterà nella memoria degli italiani come una delle più ricche di offese tra gli schieramenti e più povere di contenuti, offuscati dalle grida e dalle ingiurie scambiate a gran voce tra i contendenti.

Questo non è bastato, con buona evidenza. Oggi non posso accettare che si faccia campagna elettorale usando frasi allusive e gravissime, che denigrano una realtà come la Protezione Civile del nostro Paese, che la stragrande maggioranza dei nostri connazionali stima ed apprezza per quello che ha saputo dimostrare in ogni situazione, per presentarla come una appendice di un circolo di "amicizie pericolose", dove convivono la mia maglietta, le divise dei volontari e gli infami imbecilli che ridono delle sofferenze altrui.

Questo non è giusto né è serio, questa ignobile strumentalizzazione mi scandalizza, come ha sconvolto i miei collaboratori più diretti, compresi quelli che non si riconoscono nella attuale maggioranza di governo.

Per questo ho dato mandato ai miei uffici di chiedere il patrocinio dell'Avvocatura dello Stato per attuare ogni occorrente azione a tutela del prestigio del Dipartimento stesso a fronte della gratuita diffamazione del PD romano, che "firma" con logo ed indirizzo di posta elettronica il volantino.

So bene che, con ogni probabilità, non hai neppure visto il volantino con la Tua fotografia in copertina. Sono anche certo che, se Tu lo avessi intercettato in tempo, non avresti dato il Tuo ok ad un simile testo. Ma resta il fatto che il volantino è stato prodotto e firmato e considerato legittimo da chi l'ha redatto perchè, con le vicende sia mediatiche che politiche che mi hanno riguardato, è stata data l'impressione che fosse diventato lecito a chiunque sparare sulla Croce Rossa, come si diceva una volta, e tirare in ballo la Protezione Civile per rendere più appetitose notizie false costruite ad arte.

"Lavorare con la Protezione Civile" si può fare in tanti modi, a vario titolo. Siamo in tanti a farlo con onestà e pulizia, sia che si tratti di catastrofi, sia che ci si debba occupare di Grandi Eventi. Poi ci sono i fornitori della Protezione Civile, coloro che vincono gare per le forniture di beni e servizi. Sarà forse necessario rivedere i criteri di ammissione delle imprese alle gare, per individuare anche clausole che escludano le iene che ridono di notte e che impediscano ai servitori dello Stato infedeli di fare danni. Ma, allo stato, considero le accuse che ricevo al riguardo alla stregua delle credibilità che potrebbe avere, per farmi cambiare giudizio su di Te, apprendere che il Tuo parrucchiere picchia la moglie, che l'idraulico che ti ha risistemato il bagno ha rubato, che il Tuo autista è razzista.

Credo sia responsabilità prima ed assoluta di chiunque si occupi delle Istituzioni, di chi si candida a governarle, salvaguardarne l'onorabilità, la credibilità, il buon nome, che costituiscono un patrimonio che chiunque vinca la elezioni deve trovare disponibile. Non si può fare campagna distruggendo la macchina che ci si candida a guidare, legittimando i comportamenti di chi prende senza prove le Istituzioni a martellate e a calci, derubricando la gravità di questi fatti perchè chi li compie è critico verso l'attuale conducente.

Questo non è amore per la democrazia, è pazzia irresponsabile.

Io non ci sto. Se la prendano pure con me, ma nessuno è autorizzato a diffamare la Protezione Civile, che deve continuare ad essere una Istituzione che gode della fiducia dei cittadini, guadagnata sul campo, che ci sia io oppure un altro alla guida del Dipartimento.

Se non ci fosse di mezzo la campagna elettorale, so che ti sentirei e che mi daresti ragione. Aspetto volentieri che prima si voti.

Guido Bertolaso

[26-03-2010]

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