martedì 28 settembre 2010

La pioggia nell'oceano.

Naviga. Sugli scogli
del mare non odo
parole che dici
umane;
[ 'sto caspita de frastuono che fan le onde non me fa capir niente, òstrega ! ]
ma odo
nubi più nuove
che parlano gocciole di pioggia
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le paratìe
salmastre e sparse,
piove su i pannelli
solari e belli,
piove,
òstrega, davvero
piove su i pannelli
bagnati,
su le finestre oblò-enti
di schizzi [ d'acqua ] accolti,
su i capelli folti
di marinai aulenti,
di profumoso
odor di mare,
piove su i nostri volti
marini,
piove su le nostre carte
nautiche,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
che se possa navigar
spinti dal sole,
o Ermione.

[ ringraziando il vate D'Annunzio ]

martedì 21 settembre 2010

Settembre

Settembre, andiamo, è tempo di studiare.
Ora in terra d'Amalfi i miei studenti
Lascian le stanze e vanno verso la scuola:
Scendono coll'ascensore selvaggio
Che lento è come i bradipi dei boschi.

Han bevuto profondamente ai fonti
Antichi, che la filosofia
Rimanga nei cuori esuli a conforto,
Che lungo illuda la lor sete in via,
Di saper, imparar, e di far di conto

E vanno pel tratturo antico al piano,
Entra in classe ognuno silente
Su le vestigia degli antichi padri,
O voce di colui che primamente
Conosce il tremar di Rossi Marina!

Ora per il registro l'occhio cammina
Si trema. Senza mutamento è l'aria.
Chi or sarà interrogato, la gente
Nascondendosi si domanda,
Che quasi dalla paura scomparirìa,
Preghiere, scongiuri, "proprio a me" ?

Ah perchè non son io co' miei studenti?
(Shelburn)

lunedì 20 settembre 2010

GUIDO, NUOVO D'ANNUNZIO

Settembre, andiamo.

É tempo di studiare.Ora in terra d'Amalfi i miei studenti
Lascian le stanze e vanno verso la scuola:
Scendono coll'ascensore selvaggio
Che lento è come i bradipi dei boschi.
Han bevuto profondamente ai fonti
Antichi, che la f...ilosofiaRimanga nei cuori esuli a conforto,
Che lungo illuda la lor sete in via,
Di saper, imparar, e di far di conto
E vanno pel tratturo antico al piano,
Entra in classe ognuno silenteSu le vestigia degli antichi padri,
O voce di colui che primamenteConosce il tremar di Rossi Marina!
Ora per il registro l'occhio camminaSi trema.
Senza mutamento è l'aria.Chi or sarà interrogato, la gente
Nascondendosi si domanda,
Che quasi dalla paura scomparirìa,
Preghiere, scongiuri, "proprio a me" ?
Ah perchè non son io co' miei studenti?(Shelburn)