martedì 28 settembre 2010

La pioggia nell'oceano.

Naviga. Sugli scogli
del mare non odo
parole che dici
umane;
[ 'sto caspita de frastuono che fan le onde non me fa capir niente, òstrega ! ]
ma odo
nubi più nuove
che parlano gocciole di pioggia
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le paratìe
salmastre e sparse,
piove su i pannelli
solari e belli,
piove,
òstrega, davvero
piove su i pannelli
bagnati,
su le finestre oblò-enti
di schizzi [ d'acqua ] accolti,
su i capelli folti
di marinai aulenti,
di profumoso
odor di mare,
piove su i nostri volti
marini,
piove su le nostre carte
nautiche,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
che se possa navigar
spinti dal sole,
o Ermione.

[ ringraziando il vate D'Annunzio ]

2 commenti:

ambra ha detto...

Quando frequestavo il Ginnasio me la volevano far imparare a memoria e così, volenti o nolenti, dovetti avvicinarmi a D'Annunzio, che disprezzavo come uomo.
Oggi godo infinitamente a leggere e rileggere la tua splendida versione.

duepassi ha detto...

Questa poesia nasce in opccasione della notizia di un catamarano spinto da un motore che trae energia dai pannelli solari.
Non era meglio usare direttamente le vele ?
Non avrebbe fatto notizia, però, ecco l'unica ragione.