giovedì 28 agosto 2008

DA CONSERVARE IN UNO SCAFFALE A PARTE (click)


TANTO VA LA GATTA AL LARDO CHE CI LASCIA LO ZAMPINO.

giovedì 21 agosto 2008

HO RUBATO BIANCOSPINO


Un giorno Pachauri viene a Milano e incontra biancospino.
"Tu-lo apostrofa-perchè non fai nulla per ridurre l'inquinamento?"
"Ma, veramente-risponde biancospino-noi produciamo il 10% dell'elettricità con l'idroelettrico , il resto lo produciamo con il metano, che non inquina, e un po' anche con il carbone, sulle cui centrali abbiamo installato colossali e costosissimi filtri che azzerano polveri, SO2 , SO3 e diossina. Sulle auto abbiamo marmitte catalitiche, filtri anti-particolato. Voi, in India e in Cina, li avete installati tutti questi aggeggi?"
"Non cambiare discorso-s'infuria il Premio Nobel-ti ho chiesto cosa fai tu. L'India e la Cina lasciale stare.
E poi, con la CO2 cosa stai facendo?"
"Be'-balbetta biancospino-sai, non abbiamo centrali nucleari e quindi per noi E' IMPOSSIBILE ridurre la CO2"
"E vorrei proprio vedere che voi installaste anche centrali nucleari! Volete forse uccidere i poveri Indiani e Cinesi con le vostre sporche scorie? Dovete installare eolico! E solare! E, soprattutto smettere di viaggiare, consumare, andare al cinema, fabbricare le vostre sporche automobili che uccidono il Pianeta. E presto, dovete fare!"
"Ma noi abbiamo già installato CINQUEMILA impianti eolici e abbiamo quasi esaurito i possibili siti. E per il solare, per abbattere solo del dieci per cento le emissioni di CO2, dovremmo occupare circa il trenta per cento del Territorio Nazionale. E noi dove dovremmo andare a vivere? Però, se tu mi porti a vedere quanti impianti eolici o solari avete messo in India, quanta energia producete da idroelettrico e da nucleare, quante marmitte catalitiche e filtri anti-particolato ci sono, come fabbricate voi le automobili, magari possiamo imparare qualcosa da voi"
"Ma allora non hai capito niente, imbecille-urla lo Scienziato-ti ho detto di lasciare stare l'India. Noi possiamo fare tutto quello che vogliamo perchè noi siamo buoni e voi cattivi. Il nostro carbone è buono, le nostre scorie nucleari sono buone. Le tue, no, perchè tu mi hai colonizzato e adesso devi soffrire"
"Io ti ho colonizzato? Ma se in India ci sono venuto solo per turismo!" bela biancospino.
"Be', forse tu no, ma tuo padre si', con quei bastardi di Inglesi"
"Veramente mio padre LI HA COMBATTUTI, gli Inglesi, durante la guerra!"-piagnucola biancospino, tutto tremante.
"Allora è stato tuo nonno!" grida Pachauri. E con un balzo afferra biancospino e lo sbrana.

DUEPASSI FINISCE LA STORIA :

il nobile algorio arriva poco dopo e vede il pachauri tutto impegnato a togliersi delle spine dalla bocca, con aria assai sofferente
"lo vedi che non impari mai ? fai come me, che quando le devo dire grosse mi faccio i cartoni animati... tu invece che fai ? ...ti sei mangiato un occidentale tutto (bianche) spine..."
"chi...io ?"
"su, pachaurino, ora non fare l'indiano"
l'indiano guardò l'algorio con aria di sufficienza, pensando tra sé
"questo si crede d'essersi sistemato tradendo il suo paese, ma tanto io me lo mangio dopo.... appena mi guarisce la lingua.... ah, queste bianche spine..."

mercoledì 20 agosto 2008

intervista a Scala Mercalli

Abbiamo mandato il nostro Trepassi ad intervistare il noto Luca Mercalli, a proposito dell'allarme sul riscaldamento globale.
Ebbene, Trepassi, hai trovato quest'insigne uomo di scienza ?
- Lui, no. Ma ho qui il suo quasi omonimo Luigi Scala Mercalli, che ne condivide completamente le idee -
Non mi sembra la stessa cosa
- Meglio di niente -
E va bene, sentiamo quest'intervista.
Trepassi si schiarì la voce, poi fece un cenno all'intervistato di avvicinarsi.
- Caro barone Scala Mercalli, può illustrarci la sua posizione ? -
- Bene, sono appoggiato su un bastone da passeggio, col corpo inclinato verso...-
- Ehm, ehm... intendevo "le sue idee" -
- Ah si, dunque questa società per male azioni che è l'umanità che lavora deve smetterla di percorrere la via del progresso, perché questa sua folle corsa verso l'ignoto tecnologico contiene inevitabilmente i germi della catastrofe ambientale.... -
- Perché mai ? -
- Perché "non riconosce il limite", ormai raggiunto e oltrepassato da tempo, del nostro territorio di sostenere ulteriori interventi di artificializzazione. -
- Si spieghi meglio -
- Vede, è tempo di finirla con l’appoggio a progetti faraonici e non prioritari quali l’alta velocità ferroviaria, ah che orrore tutto questo correre, questa mania della velocità... -
Qui il sensibile patrizio ebbe una smorfia di quasi sofferenza, se non disgusto, e poi proseguì, ancora più infervorato di prima
- Basta con la quarta corsia della tangenziale torinese, una ulteriore espansione urbana e industriale capillare.
Sono tutti interventi ormai non più difendibili, inseriti nel mito della crescita continua, che, per quanto mitigata, per quanto addolcita, non può essere sostenibile ! -
- E perché poi mai, mi scusi ? -
Scala Mercalli fulminò il povero Trepassi con un severo sguardo di condanna senza condizionale
- Ma per via dei meri vincoli fisici del sistema nel quale è concepita... mi pare ovvio. -
Trepassi non osava parlare, e il nobile ambientalista proseguì incalzando
- Non si rende forse conto di come, per esempio, il Piemonte e gran parte del nord-Italia abbiano ormai subito un ampio superamento di tutte le soglie di attenzione di natura ambientale e debbano ora guardare a come ridurre le conseguenze causate da un passo più lungo della gamba ? -
Trepassi si guardò le gambe, cercando di considerare se ce le avesse sufficientemente lunghe...
L'altro, ormai sicuro di averlo soggiogato, concluse trionfante
- Per fare questo ritengo dunque che l’unico mezzo sia ormai un serio approccio al concetto di "decrescita". -
- Decrescita ? Oh mamma mia... -
Trepassi, fattosi scuro in volto, congedò il suo ospite con la scusa della pausa pranzo, e con la promessa di una prossima continuazione dell'intervista, e, camminando perplesso per tutte quelle idee che aveva sentito, dopo aver salutato gli ascoltatori si avviò verso la sua automobile, mentre nell'aria volteggiava un piccione bianco, emettendo dei suoni rauchi come se ridacchiasse di lui.
Trepassi guardò un attimo verso di lui, poi sbuffò, si chiuse meglio il cappotto, entrò in macchina e mise in moto.
In pochi istanti il veicolo scomparve dietro l'angolo, mentre la gente intorno continuava a camminare, chiaccherare, e vivere la propria vita normale, ignara dei pericoli che incombevano su di essa...

:-)

lunedì 18 agosto 2008

LIMULUS POLYPHEMUS (click)



Ho conosciuto un fossile vivente

domenica 17 agosto 2008

CIAO FLAVIO


Ci sarà una farfalla anche per te.

lunedì 11 agosto 2008

Ci invaderanno gli alieni ?

Abbiamo intervistato il famoso prof. C. Cock-Well, eminente scienziato, autore di apprezzate ricerche, esperto di virus, batteri e batterie (suona in un gruppo jazz).
Si è recato da lui il nostro Trepassi, che ha trovato lo scienziato intento a giocare un solitario
- Giocare ? - si è risentito l'insigne ricercatore – Guardi che io non gioco mai ! -
- Scusi, ma allora queste carte...? -
- Nessun scienziato divulgherebbe una sua teoria senza averla provata e verificata -
- Giusto -
- Appena ho pensato una teoria, faccio un solitario:
se riesce, la teoria è giusta;
se non riesce, la teoria è evidentemente falsa, e ne penso un'altra. -
- Evidentemente, evidentemente... ma, gli altri scienziati sanno di questo suo metodo di verifica ? -
- Che vuole, ognuno ha i suoi sistemi -
Naturalmente, ma mi parli di questa teoria dell'invasione degli alieni, che tanto fa parlare di lei nel mondo scientifico, e non solo -
- Vede, io ho enunciato una teoria secondo la quale la vita è venuta dallo spazio -
- Ha delle prove...oltre al risultato del solitario ? -
- Prove, ovviamente no... sa, a quei tempi non era facile procurarsi una cinepresa -
- Capisco -
- Ed ora sono assai preoccupato per l'incoscienza degli uomini che inviano tante spedizioni nello spazio, navicelle, sonde, satelliti e quant'altro... tutti possibili mezzi di trasporto degli alieni, che potrebbero arrivare sulla Terra attraverso i nostri stessi mezzi, ed invaderla -
- Lei teme dunque che gli alieni possano invaderci facendosi trasportare dalle nostre stesse sonde ? -
- Esattamente. Essi aspettano, pazienti... sono estremamente pazienti, l'arrivo delle nostre sonde, delle nostre navicelle, di uno shuttle, per aggrapparsi al veicolo, come facevano gli scugnizzi napoletani quando si aggrappavano al tram, e farsi trasportare da noi.
Una volta arrivati sulla Terra, essi inizieranno la loro conquista ! -
- Ma perché non ci invadono con le loro astronavi, ed avrebbero bisogno di farsi trasportare dalle nostre ? -
- Perché venendo abusivamente con le nostre sperano di passare inosservati -
- Geniale... ma, non è un po' scomodo e pericoloso viaggiare aggrappati ad una sonda ? -
- Per noi, esseri umani, si -
- Perché, loro cos' hanno di speciale ? -
- Sto parlando di virus, non di forme evolute come la razza umana -
- Ah, ecco. -
- Per cui bisognerebbe sterilizzare tutte le sonde ed ogni altro mezzo che mandiamo nello spazio, e che torna dallo spazio, per non rischiare invasioni da parte loro, e per non inquinare noi stessi lo spazio coi nostri virus.
Meglio ancora sarebbe fermare questa folle corsa nello spazio, così pericolosa per noi e per loro -
- Mi pare che la conquista dello spazio ci abbia portato notevoli progressi, come il GPS, i satelliti, i telefonini e via dicendo -
- Tutta roba diabolica che ha reso la nostra vita più frenetica, e meno vivibile -
- Non mi sento di condividere questo suo punto di vista, comunque vorrei che mi spiegasse come farebbero i virus ad arrivare vivi sulla Terra, superando le altissime temperature del rientro attraverso la nostra atmosfera...-
Ma in quel momento scoppiò un temporale. Tuoni e fulmini fecero impallidire l'eminente studioso che si rifugiò urlando sotto un divano, sbraitando che quella era la fine del mondo.
Trepassi si allontanò in silenzio, alzandosi il bavero per non bagnarsi troppo.

mercoledì 6 agosto 2008

Terremoto a Ravello

Si segnalano scosse di varia intensità, ma la popolazione mantiene la calma, e non si lamentano vittime.
Anzi, le "vittime", benché spossate, sono assai allegre e contente.
Il piccolo terremoto, intanto, dorme beatamente, addormentata da una passeggiata panoramica col nonno.
Dorme, il terremotino ravellese, dormono i di lei genitori, dorme l'angioletto Flavio... tutto è tranquillo in quel di Ravello.
Da villa Patrizia, per il momento, è tutto.

martedì 5 agosto 2008

Astratto e concreto.

Ovvero, spiritualismo e materialismo.

Mi pare di poter notare una profonda interazione tra lo spirito e la materia. Cosa sia la materia, è di tutta evidenza e non credo mi verrà contestato. Più soggettiva è l'idea che abbiamo sullo spirito. C'è addirittura chi ne nega l'esistenza, riducendo tutto il mondo ad una combinazione casuale di materia. Ci riesce difficile immaginare che sistemi così complessi come quelli che vediamo, composti di tantissime parti di cui magari molte indispensabili, possano essere frutto del caso. Pensiamo al corpo umano, ad esempio, che non potrebbe vivere senza sistemi complessi come sono il cervello, i polmoni, il cuore, il fegato, il pancreas, e via dicendo; sistemi tutti indispensabili alla vita. Viceversa se il caso avesse inventato un corpo mancante di uno di questi sistemi, esso non avrebbe potuto vivere.
Pensate alla complessità di una cellula...
Talvolta mi sono trovato a pensare come spesso l'evoluzione progredisca grazie a conoscenze che non sono patrimonio del singolo.
Per i materialisti esse sono effetto del caso. L'umanità ha fatto passi enormi in avanti grazie all'invenzione del motore, della staffa, della lampadina, del computer, e via dicendo... tutte frutto del caso ?
Anche quando il caso ha dato una mano, la scoperta sarebbe stata colta se fosse stata vista da una persona impreparata ?
Se fosse caduta una mela sulla mia, o sulla vostra testa, avrei o avreste elaborato la teoria della gravitazione ?
Se avessi, o aveste visto un po' di muffa o delle lastre impressionate in un cassetto, avrei o avremmo fatto qualcosa ?
Certo, il caso esiste, e dà una mano, ma non è e non può essere la spiegazione di tutto.
Un pesce “si accorge” che gli farebbe comodo volare, e si costruisce le ali ?
Quale pesce ha le conoscenze per autoindursi queste modifiche ?
Oh, fosse così facile, anch'io volerei... l'ho tante, tante volte sognato !
Volavo a stile rana, come nuotassi, in sogno, naturalmente.
Ma questo mio desiderio non si è mai tramutato in realtà.
In effetti, io non ho le conoscenze per indurre il mio corpo a farmi crescere un bel paio di ali.
E se le avessi, siamo sicuri che mi crescerebbero adatte e funzionali ?
E' stato forse il singolo camaleonte a decidere di dotarsi del mimetismo, o il singolo pipistrello a dotarsi degli ultrasuoni ?
Siamo stati forse noi tanto intelligenti da dotarci di sangue caldo, e i serpenti tanto scemi da tenersi quello freddo ?
L'evoluzione non si spiega col solo caso, ed è, secondo me, frutto di intelligenza, ma spesso non dell'intelligenza del singolo. Dietro certi passi avanti si intravede (secondo me) l'opera di un'intelligenza superiore a quella del singolo.
Vediamo una città. Vista da un punto panoramico essa ci appare frenetica, con gente che va (apparentemente a caso) in ogni direzione.
Bene, forse qualcuno andrà pure a caso, ma quasi tutti hanno una meta più o meno precisa. “Vado a far acquisti” non è, per esempio, una motivazione del tutto casuale.
Dunque, il caos apparente di una città, è invece il frutto di tante, tante precise motivazioni.
La lingua ci dà una delle prove più strabilianti dell'interazione tra spirito e materia, e di come il mondo sia molto più astratto di come lo vogliono pensare i materialisti.
Tutti noi comprendiamo cosa significhi una frase come:
“Scrivevo all'ombra di un albero”.
Chiaro ?
Ma vorrei chiedere ai materialisti, quelli che cianciano di un mondo concreto, visto che hanno capito certamente questa frase:
che albero era ?
un pino, un abete, un baobab... o altro ?
Di che marca, di che colore era la penna (se era una penna) con cui “scrivevo” ?
Su cosa scrivevo? ...un pezzo di carta, un block-notes, un quaderno...?
Insomma, noi abbiamo capito, ma se ognuno di noi visualizzasse la scena, ognuno di noi ne formerebbe una diversa.
Cioè, ognuno di noi si è formata una “sua” idea di cosa intendevo dire.
Ma questa “soggettività” non è di vero ostacolo alla comprensione.
Perché ?
Perché parole come “albero”, “penna”, “persona”, “tavolo”, “quadro”... tutte apparentemente concrete, ed usate spesso per indicare cose o persone reali e concrete, realmente esistenti, sono invece un frutto astratto della nostra intelligenza.
Noi siamo in grado di “categorizzare” il mondo, e cioè di creare parole che individuino cose o persone appartenenti ad un certo insieme, la cui indeterminazione “sostanziale” non è di “sostanziale” ostacolo alla comprensione.
Spesso ci basta il concetto di “penna”, per capirci, senza dover specificarne la marca, il colore, e via dicendo.
Bene, un simile sistema è astratto di tutta evidenza. Mi dispiace per i materialisti, così attaccati alla loro concretezza, ma costretti a vivere in un mondo in cui l'astrazione convive ed interagisce pienamente con gli aspetti concreti e materiali della realtà.
Se dovessimo dar credito alle loro idee balorde, non potremmo dire “3” o “7”... 3, 7...che cosa ?
Il materialismo si dimostra di livello assai basso, incapace di cogliere e descrivere aspetti importanti della realtà.
La matematica non sarebbe andata avanti se non fosse stata capace di astrazione, ma anche non sarebbe possibile parlare se non fossimo capaci di astrazione, perché non potrebbero esistere parole come “albero” o “penna”, e neanche parole più specifiche come “penna bic di colore nero”... si, ma con quanto inchiostro ?...e così via.
Se riusciamo a parlare lo dobbiamo alla nostra capacità di astrazione, e di catalogare gli oggetti, concreti o astratti, del mondo reale, e anche di quello immaginario.
Anche un materialista capirebbe se gli raccontassi di aver sognato tre draghi, uno rosso, uno bianco e uno verde !
Dunque i materialisti sognano di vivere in un mondo concreto che non esiste (da solo), e usano invece (spesso bene) gli strumenti che l'astrazione gli mette a disposizione, senza nemmeno rendersi conto della profonda contraddizione tra le loro idee e il mondo in cui vivono, e il loro stesso comportamento.

Secondo me.

domenica 3 agosto 2008

PAGINE DA CONSERVARE (click)

domenica 03 agosto 2008, 07:00

La rivelazione di Fioravanti: «I familiari delle vittime mi han scritto: basta odio»
Di Gian Marco Chiocci

Valerio Fioravanti, al di là dei soliti fischi in piazza e delle dichiarazioni dei colpevolisti a oltranza, questa ricorrenza della strage di Bologna sembra essere diversa dalle altre...
«È così. Qualcosa sta cambiando: la gente, l'opinione pubblica, la politica, la stampa. Tutti hanno iniziato ad aprire gli occhi, qualcuno è andato oltre cominciando a ragionare su ciò che per anni è stato nascosto e che finalmente sta emergendo a livello internazionale. Parlo soprattutto del famigerato Carlos e del sua rete Separat legata ai palestinesi. Il superterrorista ha ammesso, per la prima volta, che l'esplosivo di Bologna era il suo. Ed è una novità non da poco, che però è passata, e continua a passare, sotto silenzio. Ma per me e per Francesca (Mambro, la moglie, ndr) questa ricorrenza ha un sapore diverso soprattutto per un altro motivo».

Quale?
«Per la prima volta è accaduto un fatto per noi epocale: due persone che hanno perso i loro cari alla stazione di Bologna ci hanno scritto una lettera bellissima in occasione del compleanno di Francesca. Parole meravigliose, intime, di distensione. Ne è nato un rapporto. Loro, prima di altri, hanno capito che è venuto il momento della pacificazione».
Sta dicendo che si sta spaccando il fronte colpevolista dei familiari delle vittime?
«Sto dicendo che a distanza di anni, al di là di quanto sta finalmente emergendo, non tutti coloro che hanno subito un lutto per l’esplosione di quella maledetta bomba, hanno voglia di insistere con la contrapposizione a oltranza e le parole d'odio. Non sentono più il bisogno di dare addosso per forza ai neofascisti Mambro, Fioravanti e Ciavardini perché così è sancito nelle linee guida dell’Associazione».


Il cui presidente, ieri, è tornato ad attaccarvi dicendo che è inutile appellarsi alle novità investigative perché tanto non c’è niente di nuovo su cui indagare.
«Appunto. Ha una sua filosofia personale, che non capisco e men che meno condivido. Il suo dolore va assolutamente rispettato anche laddove sembra offuscare meccanismi più preziosi. E poi non parlerei di un vero e proprio fronte costituito da chi non nutre il benché minimo dubbio su quella sentenza che vede l'istruttoria ferma a 20 anni fa. Sono pochi, credetemi, rispetto alle tante persone che almeno qualche domanda, sulla nostra effettiva responsabilità nella strage, se la pongono. Quel che mi interessa ora è discutere con tutti. Fino ad oggi è mancata questa volontà di guardarsi negli occhi per capire cosa è veramente successo quel 2 agosto. Dopo aver scontato la mia condanna, con garbo e in punta di piedi, chiedo uno sforzo. Mi sembra di vedere elementi di ottimismo, speriamo bene».


Torniamo alle novità clamorose, snobbate dalla procura di Bologna.
«La pista palestinese ormai è palese. Carlos, il terrorista filoarabo, ha ammesso che quell’esplosivo era il loro e che a farlo brillare sono stati i servizi israeliani o americani. Dice che loro lo stavano trasportando, che sono stati intercettati da un’intelligence occidentale che ha approfittato dell’occasione per far ricadere la colpa sulla sua organizzazione. È stato accertato che i palestinesi avevano basi con armi ed esplosivi a Bologna. È chiaro a tutti qual era il clima di quel periodo, con l’esplosione del Dc9 di Ustica e tutto il resto. Lo stesso Cossiga ha avanzato altre ipotesi sul Dc9 Itavia, tirando in ballo la Francia e Gheddafi, con un possibile gioco di ritorsioni fra i due paesi che collegherebbe Ustica a Bologna. Ora, io non so come stanno le cose, ma per la prima volta sappiamo di chi era la bomba».

Una risposta che la vostra sentenza non ha appurato.
«Non solo. Il processo Bologna si è concluso dicendo: non siamo in grado di dire il movente, il mandante, da dove viene l'esplosivo, chi materialmente si è recato Bologna, posto che Mambro e Fioravanti non c’erano. Lo stabilirà l'inchiesta bis. E comunque Fioravanti, Mambro (e Ciavardini) sono colpevoli lo stesso perché la strage è neofascista e loro erano i capi dei Nar».


C’è chi vuol spostare da Bologna l'inchiesta bis sulla strage.
«Tutti i grandi episodi di terrorismo internazionale vengono, per convenzione, processati a Roma. Penso ai generali argentini, a Ustica, Ilaria Alpi, e a tanti altri. Credo non sia tirata per i capelli la richiesta di un processo nella capitale con la speranza di avere un clima meno fazioso».


Come quei grandi processi che fanno acqua da tutte le parti, anche nel vostro c’è un pentito molto particolare.
«Massimo Sparti, si chiamava. È il pentito fondamentale di tutta l'inchiesta. Al figlio, negli ultimi istanti di vita, ha confessato di essersi inventato le accuse nei nostri confronti “perché costretto”. Ora, più che accanirmi a chiedere di scoprire chi costrinse Sparti, mi preme sottolineare il coraggio e la voglia di verità del figlio. Grazie a lui e a quei familiari delle vittime che si sono fatti avanti, penso che attraverso una pacificazione condivisa si potrà arrivare presto alla verità. Quella vera».