mercoledì 10 dicembre 2008

UN TESORO DI DUEPASSI DA NAPOILI

La nuova primavera dell'Esperanto

L'Esperanto nasce ufficialmente il 26 luglio 1887, con la pubblicazione, in russo, dell’unua libro della lingvo internacia, come si chiamava allora, col titolo “Meždunarodnyj jazyk”,da parte del medico polacco Ludwik Lejzer Zamenhof, con lo pseudonimo di Doktoro Esperanto.
Ma ora, nel 2008, lamentiamo una sua diffusione molto minore di quanto vorremmo.
Dobbiamo rassegnarci a questo dato ?
No, e vediamo perché, e quali possibilità ha l'Esperanto di guadagnare molto consenso.

Spesso, quando si parla dell'Esperanto la gente pensa che sia ormai una proposta fallita, visto che dal 1887 ad oggi ha avuto un successo relativo, e non certo travolgente ed importante.
Ma,
finora l' Esperanto ha vissuto tra mille difficoltà, grazie all'impegno di relativamente poche persone.
Ma la situazione del millennio scorso NON è la stessa che ci si prospetta davanti.
Infatti nel frattempo, e faremmo bene a tenerlo ben presente, c'é stata una delle più grandi rivoluzioni nel mondo della comunicazione, l'avvento dell'era informatica.

Cosa vuol dire questo ?
Vuol dire nuovi mezzi, nuove possibilità, nuove occasioni per diffondere più velocemente e più ampiamente il messaggio di amicizia e di pace che accompagna questa lingua.

Possiamo dunque parlare, con cognizione di causa, di nuova possibile primavera dell'Esperanto.
Infatti i mezzi tecnici ci sono e possono permetterlo.
Ma a fronte di questa possibilità, a fronte di questa ghiotta occasione, c'è la necessità di coglierla, di non farla sfuggire, di metterla a frutto.
Purtroppo dobbiamo notare che già abbiamo perso parecchio tempo, ma l'occasione è ancora qui, davanti a noi, in tutta la sua potenzialità.
Per ora, le possibilità di straordinario sviluppo e successo sono ancora tutte intatte, davanti a noi, ed è ora di concretizzarle.

La diffusione dell'Esperanto ha degli ostacoli, piuttosto duri, ma è nostro compito superarli.
Il primo ostacolo è politico.
La politica segue le sue vie, che sono diverse da quelle che noi vorremmo.
Non possiamo sperare che la politica si accorga di noi.
Dobbiamo essere noi a convincere la politica che esistiamo, e che possiamo essere utili.
Attenti quindi al gatto che si morde al coda:
la politica non ci dà retta perché siamo pochi,
ma siamo pochi perché la politica non ci aiuta, o addirittura ci ostacola.

Al momento la situazione sembrerebbe senza sbocchi, ma basterà dimostrare il valore dell'idea, e parlo di valore pratico, perché anche nella politica potremo avere dei consensi, sempre maggiori.
Dovremo però noi suggerire alla politica cosa e come può fare per concretizzare il suo appoggio in maniera efficace.

Altro ostacolo è il predominio della lingua inglese.
Ma l'Esperanto è diffuso anche tra gli Anglosassoni, e non a caso uno dei maggiori poeti esperantisti è l'Anglosassone William Auld.
A questo proposito, per quel poco che conta, a livello di curiosità, potrei dirvi che io stesso, oltre ai miei maestri prof. Nicolino Rossi, e prof-ssa Maria Luisa Russo, ho avuto anche una tutor americana...

Predominio inglese ?
Il punto sbagliato è considerare la lingua inglese "concorrente" dell'Esperanto.
No, non è così.
Una lingua come la nostra avrebbe funzioni diverse, e non solo di concorrenza.
Mi spiego.
Chiedo spesso alle persone se, dovendo prendere un professore di inglese, a parità di prezzo, preferirebbero un Italiano o un madrelingua.
Finora tutti, me compreso, hanno optato per il madrelingua.
Questo significa che i madrelingua hanno un vantaggio discriminante sulle persone che madrelingua non sono.
E questo vale per processi, stipulazioni di contratti, lavoro ed ogni occasione in cui entri in mezzo l'uso della lingua inglese.
Cioè, siamo ad handicap, e sembra che ci stia bene così.
L'Esperanto, che non ha persone madrelingua, sarebbe invece lingua neutrale, e metterebbe tutti sullo stesso piano.

Chiedo anche spesso se a qualcuno piacciono i monopoli. Nessuno, finora, mi ha risposto che gli piacciono.
Ma allora, perché accettare il monopolio dell'inglese e non affiancargli una lingua neutrale come l'Esperanto ?
Voglio dire che non è compito dell'Esperanto "scalzare" l'inglese, ma solo fornire una valida alternativa.

Vorrei aggiungere che il monopolio culturale dell'inglese obbliga chi produce ad una faticosa e lunga opera di traduzione, o ad accontentarsi del mercato locale,
e non parlo tanto di prodotti industriali, che generalmente richiedono un impegno di traduzione tutto sommato non gravoso, ma, per esempio film, libri, opere culturali in genere....
L'alternativa Esperanto potrebbe fornire uno strumento valido per operare in un mercato più vasto,
a patto però che questo mercato dell'Esperanto si sviluppi e sia consistente.

Una lingua è uno strumento di comunicazione, e come tale funge a questo scopo (comunicare) e nello stesso tempo dal mondo della comunicazione può trovare identità e realizzazione, e, quindi successo.
E' dunque nel mondo della comunicazione che dobbiamo agire, se vogliamo il successo di questa nostra idea.

Ma cos'è il mondo della comunicazione ?
E' (a titolo esemplificativo, senza pretese di essere esaustivo) scuola, tv, giornali, cinema, radio, internet, industria, mercato ed ogni tipo di associazioni.

E in tutti questi ambienti dobbiamo cercare collaborazione,
ma
non passivamente
e cioè dobbiamo per prima cosa domandarci cosa possiamo dare noi a quel ambiente.

Lavorare nella scuola, come ?
In tanti modi.
Per esempio offrendo borse di studio, o premi ad alunni meritori nel campo dell'Esperanto.
Contattare alunni, professori, presidi, genitori, per stimolare, per proporre, per cercare spazi ed attenzione.
Formare formatori perché essi formino altri formatori.
Abbiamo bisogno di alunni, ma una lingua con pochi insegnanti non ha speranza. Dobbiamo quindi formare molti insegnanti, per poter cogliere possibilità di sviluppo.
Cosa succederebbe se domani il Parlamento votasse l'introduzione obbligatoria dell'insegnamento dell'Esperanto ?
Saremmo miseramente incapaci di rispondere alla richiesta di insegnamento, e il progetto farebbe un grande, immenso tonfo.
Immagino e sogno una classe che intraprenda lo studio dell'Esperanto. Cerchiamo di renderla soggetto attivo e non passivo, in modo che sia essa stessa fonte di iniziative, incontri, studi, e non si senta abbandonata, ma seguita ed aiutata.
Nostro compito, più che fare noi stessi (cosa buona ma limitata), è di incoraggiare, spronare altri a diventare soggetti attivi ed entusiasti.

E Radio, tv, giornali ?
Potrebbero concederci degli spazi, ma sta a noi rendere questa eventualità una opportunità concreta, offrendo qualcosa di valido a fronte di questi spazi.
A questo proposito, visto l'esiguità numerica degli interessati all'Esperanto, si potrebbe offrire degli insegnamenti misti, del tipo:
ti insegno l'inglese e l'Esperanto, assieme (o altre discipline assieme all'Esperanto).
Si potrebbero preparare dei corsi misti, col vantaggio di proporre l'Esperanto a chi è interessato all'inglese (e sono in un numero decisamente maggiore) o ad altre discipline.
Si potrebbero quindi preparare corsi misti per tv, radio, internet e giornali.
A questo proposito ho preparato due paginette di esempio, che troverete in allegato, utilizzando una barzelletta pubblicata dal cinese Manlajo, uomo straordinario, che fa molto e di grande qualità per la diffusione dell'Esperanto tra i Cinesi, sul sito lernu.net.
Gli ho chiesto ed ottenuto il permesso di utilizzare una sua barzelletta, per illustrare il metodo che ho in mente per cercare di portare questa lingua tra persone inizialmente non interessate all'Esperanto, e tentare così di coinvolgerle.

Un discorso a parte è col mondo del cinema.
Serve qualcuno che abbia contatti con quel ambiente.
I film sono un formidabile strumento di insegnamento linguistico. Sottotitoli in Esperanto (non ce ne sono nei film destinati al grande pubblico) consentirebbero l'uso della lingua in situazioni normali della vita quotidiana, ma senza l'artificiosità della frase da grammatica, tipo "This is a table"... e che altro, se no, un quadro astratto o una forchetta ? Lo vedo da me che è un tavolo... come diceva Paul McCartney, questa è la frase più letta nelle grammatiche e meno usata nella vita.
Le frasi dei film sono invece spesso e principalmente quelle che si usano nella vita, quelle che un madrelingua ascolta e dice. In altre parole sono lingua vera e viva.
Immagino però che far mettere dei sottotitoli non sia cosa semplice, e, purtroppo, se anche ci dicessero di si, potremmo fornire un prodotto decente nei tempi richiesti ?
Il risultato, per chi vuole imparare la lingua, sarebbe formidabile, e noi abbiamo un bisogno estremo di insegnanti. Quindi varrebbe la pena di sondare anche questo campo.
In altre parole, dovremmo cercare contatti ed opportunità nel mondo del cinema, offrendo una nostra collaborazione, che rispetti i tempi di quel mondo, perché non possiamo permetterci di deludere chi eventualmente ci desse una mano.

A questo punto proviamo a mettere insieme il mondo del cinema e quello della scuola, per esempio.
Mettiamo di riuscire a convincere una classe molisana a scrivere i sottotitoli di un film. I film sono divisi in scene, elencate spesso nella copertina posteriore del dvd, e quindi bene individuabili, anche da menu. Basterà che ogni alunno si impegni a tradurre una sola scena.
Mettiamo poi di convincere una classe di Napoli a fare altrettanto, e che magari una classe cinese faccia altrettanto, e una tedesca.... e così via.
Capirete bene come, col minimo sforzo di tradurre una sola scena, unendo lo sforzo di tante persone, otterremmo un formidabile, straordinario risultato di avere a disposizioni decine, forse centinaia (e non sarebbe nemmeno necessario) di film, da utilizzare per avere la possibilità di utilizzare l'Esperanto in situazioni realistiche, e quindi acquisire un bagaglio di frasi comuni e normalmente usate, perché anche se la situazione del film fosse assurda, la maggior parte delle frasi sono comunque normalmente utilizzabili.

A questo punto c'è da osservare che avremmo un risultato ottimo se il mondo del cinema ci aiutasse fornendoci gli strumenti per inserire i sottotitoli nei film, magari quelli nuovi, che quindi potrebbero arrivare al grande pubblico (e qui servirebbe l'aiuto del mondo della pubblicità, o comunque un grande sforzo pubblicitario)
ma
se anche il mondo del cinema egoisticamente rifiutasse di aiutarci, gli script sarebbero comunque utilizzabili, in maniera un po' meno comoda, ma comunque efficace, sotto forma di fogli sui quali seguire le vicende del film.

Cosa può darci l'industria o il commercio ?
Avete presente quei foglietti scritti in tante lingue che accompagnano i prodotti ?
Sarebbe bello che fossero scritti anche in Esperanto, e che in questa lingua fosse scritto sulle confezioni di ogni prodotto. Per esempio sulle confezioni di zucchine.
In questo modo, chi ne abbia tra le mani una confezione, e gli venga la curiosità di sapere come si chiamano in Esperanto, potrà leggere sulla confezione stessa che ha in mano che si dice "kukurbetoj".
Naturalmente questo sarà possibile se qualcuno l'avrà scritto sulle confezioni,
ma chi lo farebbe ?
Non possiamo aspettare questo lavoro da altri,
dobbiamo proporci noi.

Lavorare con internet
è cosa assai stimolante perché si viene davvero in contatto con persone di ogni parte del mondo, annullando in un istante qualsiasi distanza. Ma l'Esperanto è stato snobbato dai progettisti informatici, e non ci sono tastiere con tasti per l'Esperanto. Questo problema cadrebbe se l'Esperanto assumesse dimensione tale da dover essere preso in considerazione da coloro che attualmente non se ne curano. Servirebbe magari contattare qualche progettista informatico. Forse quelli del mondo Linux, per loro impostazione filosofica, potrebbero essere più disponibili alle nostre esigenze.
Infatti Linux nasce come mondo aperto e non commerciale, rivolto alla diffusione della cultura, ed offre possibilità di crescita a tutti, e quindi anche al nostro mondo.
Nel mondo di Windows, peraltro, You Tube accetta filmati da chiunque, e quindi anche filmati in Esperanto. Già ce ne sono, infatti.
Si potrebbero anche produrre ogni tipo di prodotti in Esperanto, come libri, file audio, audiolibri in Esperanto e via dicendo.
Tutta roba che interesserebbe chi ha interesse per l'Esperanto (e sono pochi).
Producendo invece un corso di inglese, o italiano o qualsiasi altra lingua, in Esperanto, o "anche" in Esperanto, si potrebbe coinvolgere, spero e credo, un pubblico più vasto.

A questo proposito vorrei farvi una proposta audace.
Mettiamo che io decida di tradurre un libro in Esperanto.
Quale sarebbe l'impatto, nel mondo, di questa mia iniziativa ?
Certamente servirebbe a qualcosa, ma sarebbe una goccia nell'oceano.
Se invece ognuno di noi, in questa sala, prendesse l'impegno, con sé stesso naturalmente, perché non è mia intenzione forzare nessuno, di tradurre un libro, per quanto piccolo, in Esperanto, e di proporre questo impegno a quanti conosce,
allora,
l'effetto potrebbe essere molto più efficace.
E pensate all'effetto della produzione di una trentina, per esempio, di audiolibri.
Quale potente mezzo di studio a disposizione di ognuno !
E chi ne avesse prodotto uno, si ritroverebbe ad averne a disposizione tanti.
Quale libro scegliere ?
Volendo incoraggiare la lettura, e NON scoraggiarla, consiglierei la scelta di libri interessanti o divertenti (il contenuto ha un suo valore di stimolo), ma soprattutto brevi.
Farete meno fatica voi, e fornirete (a chi si propone di leggere o ascoltare) uno strumento agile, che invogli senza spaventare per la sua eccessiva lunghezza.
Per esempio, non la traduzione di "Guerra e pace", magnifica ma lunghissima opera.
Non la traduzione del "de bello gallico" tutta assieme, non, cioè, tutta la traduzione degli otto libri di cui è composto,
ma,
semmai, otto traduzioni, una per libro.

Pensate in cuor vostro a questa proposta, e chi ne ha la possibilità lo faccia, e ognuno di voi cerchi, vi prego, di divulgare questa proposta ad altri in modo da moltiplicare il risultato comune con lo sforzo minimo di ognuno di noi.

Cioè,
dobbiamo muoverci, almeno finché sull'Esperanto incombe l'ombra lunga dell'oblio, per moltiplicare i contatti, cene, visite, scambi culturali, gemellaggi, per stimolare altre persone ad interessarsi di questa lingua, avendo in mente l'idea che se facciamo solo noi, servirà a poco, ma se riusciremo a far nascere in altri la voglia di fare, allora l'Esperanto potrà avere successo.
Allegato 1


Manlajo skribis:

- Kiom kostas taso da kafo?
- Kvindek centavojn.
- Kaj la sukero?
- Gxi estas senpaga.
- Mi volas du kilogramojn da sukero.

- 一杯咖啡多少錢?
- 五十分錢.
- 糖呢?
- 糖免費.
- 我要兩公斤的糖.


Ho riscritto la sua barzelletta col metodo Shelburn, aggiungendo alle frasi scritte in caratteri cinesi (Hanzi) la trascrizione fonetica in pinyin e una traduzione in italiano, in modo che questa barzelletta possa essere usata da chiunque conosca una di queste lingue e voglia studiare una delle altre due o entrambe.



- 一杯咖啡多少錢 ?
yī bēi kāfēi duōshao qián ?
Kiom kostas taso da kafo?
Quanto costa una tazza di caffè ?

- 五十分錢。
wǔshí fēn qián.
Kvindek centavojn.
50 centesimi.
(Manlajo vive a Taiwan)

- 糖呢?
Táng ne ?
Kaj la sukero?
E lo zucchero ?

- 糖免費。
Táng miǎnfèi.
Jxi estas senpaga.
E' gratis.

- 我要兩公斤的糖。
Wǒ yào liǎng gōngjīn de táng.
Mi volas du kilogramojn da sukero.
(Allora) voglio due chili di zucchero.

一杯 yī bēi = taso (da) - una tazza (di)
咖啡 kāfēi = kafo - caffe'
多少錢 duōshao qián = kiom kostas - quanto costa
(多少 duōshao = kiom - quanto
錢 qián = mono - denaro)
五十 wǔshí = kvindek - 50
分錢 fēn qián = centavoj - centesimi
糖 táng = sukero - zucchero
呢 ne = kaj - e
(vidu la cxinan grammatikon - vedi la grammatica cinese)
免費 miǎnfèi = senpaga - gratis
我要 wǒ yào = mi volas - voglio
兩 liǎng = du - due
公斤 gōngjīn = kilogramoj - chili

1 commento:

ambra ha detto...

Sono rimasta incantata dalle tue parole così semplici per raccontare come può avverarsi un sogno.
Auguro a te e a tutti gli Esperantisti che il sogno si avveri.