venerdì 16 gennaio 2009

ALTRO SOLDATO ITALIANO CHE CI ONORA (click)


Consegnate ad un militare pescarese le chiavi della città di Herat
HERAT. Da Alessandro Magno a Pescara. Le chiavi della città di Herat, Afghanistan, sono state consegnate al Contingente italiano, lì presente in missione di pace.

E di questo contingente fa parte il capitano Vittorio Visini, di Pescara, che è anche ingegnere e che è uno degli ufficiali che ha maggiormente lavorato con i suoi progetti per il benessere della popolazione.
Si tratta di una delle onorificenze più importanti, che la storia ricorda fu assegnata anche ad Alessandro Magno.
Dunque una buona notizia, oggi, da Herat, una notizia che fa onore al contingente italiano ed ai soldati abruzzesi inviati in Afghanistan.
Nei giorni scorsi il sindaco della città ha consegnato le chiavi della città al Comandante Colonnello Luca Covelli.
Il Sindaco di Herat, Mr. Alhaj Mohammad Mojaddadi, ha consegnato la chiave della città di Herat al Comandante del PRT, Colonnello Luca Covelli.
«Il primo cittadino afghano», si legge in una nota dell’Esercito, «ha evidenziato la qualità e la continuità con cui il PRT ha ricostruito nell’ambito delle opere infrastrutturali e dei servizi sociali, contribuendo in modo concreto al miglioramento delle condizioni di vita degli abitanti dell’antica città di Herat».
Il sindaco ha aggiunto: «spero che un giorno i vostri figli possano venire ad Herat a vedere quanto è stato fatto dai propri padri. Ringrazio l’Italia ed il suo Popolo che manda i propri cari in questa terra lontana per aiutarci. Gli uomini che sono qui oggi in rappresentanza di tutto il Contingente italiano sono entrati nel cuore del mio popolo per l’umiltà e la passione sempre mostrate nello svolgimento del proprio delicato lavoro».
Raggiunto telefonicamente, il capitano ingegnere ha confermato la notizia, sottolineando che il lavoro e quindi il premio è di tutto il contingente.
Il papà e la mamma, molto conosciuti a Pescara, hanno commentato con molto orgoglio questo premio al lavoro del figlio Vittorio.
«Sono preoccupata per mio figlio che è lontano», ha detto la mamma, «ma sono molto, ma molto onorata di sapere che lavora per il bene degli altri».

Sebastiano Calella 16/01/2009 18.31

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