martedì 10 marzo 2009

A proposito del”Motu proprio” di Benedetto XVI (click)

Sono stato consigliato d’ascoltare una conferenza del Rev. Nicola Bux (*) sul tema ” La liturgia tra tradizione e innovazione”. Organizzava la conferenza il comitato pisano S. Pio V.

Il tema, interessante anche da un punto di vista storico politico, oltreché religioso, mi ha incuriosito ed, ancor di più Il riferimento alla liturgia di Pio V.

Questo papa, non molto apprezzato da certi ambienti clericali, che ignorano o, ancor peggio, fanno finta di ignorare, che grazie al Suo impegno fu costituita la Lega Santa che sconfisse i turchi nella famosa battaglia del 1571 a Lepanto, respingendo un pericoloso assalto islamico alla nostra Cultura Occidentale. Se per più di quattrocento anni non siamo stati islamizzati, lo dobbiamo anche a questo papa.

Oggi, mi sembra che un’altra battaglia di Lepanto sia cominciata, ma questa volta la stiamo perdendo, più per colpa nostra che per meriti del nemico.





Il prof. Bux, ha voluto chiarire alcuni aspetti delle intenzioni di Benedetto XVI, nel promulgare il Motu Proprio, non recepite da molti e travisate da certi ambienti anche clericali. Lo ha fatto in modo chiaro ed efficace, che denota la sua lunga esperienza di professore e di teologo ai massimi livelli, non per niente è consultore della Congregazione per la Dottrina della Fede.

Non mi addentro in questioni puramente teologiche, più consone agli addetti ai lavori, che a un post di recensione, quale questo vuol essere.



Mi hanno colpito, queste due puntualizzazioni.

Il perché il Papa non abbia “imposto” il rito tridentino è al di fuori di ogni polemica, la spiegazione è semplicissima : l’esempio.“Noi Papa diamo l’esempio”.

In pratica non ha voluto commettere lo stesso errore di quando, dopo la fine del concilio Vaticano II, il nuovo rito, quello in lingua locale, fu imposto, direi anche con una certa rudezza.

(NDR.Questo ve lo posso confermare personalmente, a quel tempo ero già adulto, e notai perfettamente questi atteggiamenti, poco spirituali e poco caritatevoli, presi a prestito da ideologie allora imperanti.)

La seconda osservazione, sul perché sia stato rivalutato il rito tridentino è ancora più disarmante.

Quel’è lo scopo della liturgia? Pregare Dio, ovviamente, e se uno preferisce farlo in latino dov’è il problema? D’altronde, fin da quando S. Pietro e S. Paolo fecero di Roma la sede del cristianesimo, il latino, a quel tempo lingua universale, divenne la lingua ufficiale della chiesa e lo è ancora oggi.

Un osservazione, interessante, che a prima vista può sembrare ininfluente, è quella della posizione del celebrante la Messa rispetto all’altare.

Nella prima parte della Messa viene divulgata la parola del Signore al popolo dei fedeli, per cui è giusto che il sacerdote sia rivolto verso coloro che ascoltano, ma nella seconda parte, (offertorio,consacrazione e comunione) vi è la adorazione di Dio e quindi il celebrante, fedele tra i fedeli, è più logico che sia rivolto, insieme agli altri, verso la divinità.

La conclusione che si prospetta sono un Messale latino con front pagina in lingua locale: ed è un giusto compromesso. Il latino è una lingua stabile che non si evolve più, mentre le lingue di uso comune si modificano continuamente, mutando anche il significato delle parole; pertanto un aggiornamento periodico si rende necessario.

La Messa con rito tridentino è una chance in più per la chiesa, molti fedeli e soprattutto i giovani guardano ad essa con interesse, riconoscendole un ruolo mistico e di concentrazione sulla preghiera che si è perso con l’avvento del nuovo rito. Quindi il nuovo è accettare la liturgia tradizionale, compenetrandola con la parte migliore dell’innovazione, il tutto senza stravolgere il significato di liturgia che è, fondamentalmente, l’adorazione della divinità, da parte dei fedeli.



Mi è sembrato, per qualche ora, di essere tornato sui banchi del liceo e vi confesso con un certo rimpianto, se aggiungete che il prof. Bux si è prestato anche a rispondere ad alcune mie domande, ciò non ha fatto altro che accrescere il piacere di una bella serata di Cultura, che è scivolata via fino a tarda ora.

(continuare la lettura clickando sul titolo)

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