Settembre, andiamo, è tempo di studiare.
Ora in terra d'Amalfi i miei studenti
Lascian le stanze e vanno verso la scuola:
Scendono coll'ascensore selvaggio
Che lento è come i bradipi dei boschi.
Han bevuto profondamente ai fonti
Antichi, che la filosofia
Rimanga nei cuori esuli a conforto,
Che lungo illuda la lor sete in via,
Di saper, imparar, e di far di conto
E vanno pel tratturo antico al piano,
Entra in classe ognuno silente
Su le vestigia degli antichi padri,
O voce di colui che primamente
Conosce il tremar di Rossi Marina!
Ora per il registro l'occhio cammina
Si trema. Senza mutamento è l'aria.
Chi or sarà interrogato, la gente
Nascondendosi si domanda,
Che quasi dalla paura scomparirìa,
Preghiere, scongiuri, "proprio a me" ?
Ah perchè non son io co' miei studenti?
(Shelburn)
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1 commento:
Perfetto !
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