sabato 3 aprile 2010

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Questa Italia che fu
Resa piena giustizia al noto avvocato Vittorio Trupiano?
Siamo vivi e vegeti, malgrado le Italiche Europuttanate
Ritorniamo alla "Cabala del Doge"!
Questa Italia che fu
di Adalberto Pizzato

Rassicuratevi. Ho scritto "a braccio". Non ho fatto la brutta copia costipata di noiose aggiunte e correzioni.
Lasciatemi solo dire concisamente che sotto il pretesto di una ecumenica accoglienza umanitaria (ma cosa bolle sottobanco
tra il Palazzo e i Paesi fornitori di petrolio mentre continuiamo a pagare esosamente la benzina?) Non stiamo perdendo forse giorno dopo giorno la nostra identità nazionale malgrado il tricolorato "Fratelli d'Italia" di Azeglio tutto giacchetta e Sora Franca?
Governi ladri o... assassini degli italiani? "L'Italia "deve" diventare "il villaggio dell'universo", ha esordito alla TV "un prete in borghese" vendutosi alle direttive vaticanesche di un papabile cardinale (che Iddio ce ne guardi!). E pensare che non ho mai,
dico mai visto un prete far l'elemosina a un povero per la strada! Certo! E' facile pontificare sul destino degli altri!
(Un ritorno di fiamma del Potere Temporale a suo tempo scardinato a Porta Pia?) Dall'altra parte della stessa barricata, il Palazzo non piagnucola più "vota per chi vuoi, ma vota!". Un formidabile serbatoio di voti più o meno extracomunitari, dato le nostre esacerbate disattese, è già stato programmato. E mentre quegli Oltramontani che ben pensano agli affaracci loro ci ridono dietro per una filosofia da calabraghe (quella che a Torino e a Milano privilegia ad Abdul l'assegnazione delle abitazioni, lasciando per la strada gli italiani, e si erigono moschee e locali pubblici islamici "off limits"), assistiamo impotenti e ovattati dal piagnisteo ecumenico dell'accoglienza (quella che secondo i politici ci porterebbe il benessere!), al fatale tramonto di questa Patria Italia. (Cosa "promettono" ora i residenti in grigioverde di tante Redipuglia?) Orbene ritenete sia ancora presto insorgere con unanime decisione al grido: "Fuori i barbari! Difendiamo col forcone le nostre case?".
Che faranno in questo caso le poliziesche testuggini? Spareranno sugli italiani? O come il conte Ugolino aspetteremo pazientemente negli inferi il momento opportuno per poter disossare col permesso divino il cranio dei nostrani traditori politici di Palazzo? Al punto come siamo giunti, io preferirei la seconda soluzione. E voi? Adalberto
mnb
Resa piena giustizia al noto avvocato Vittorio Trupiano?
Amarezza e rabbia nelle dichiarazioni di Trupiano sulle motivazioni della sentenza
"Solo oggi mi rendo conto dell'immane tragedia che mi ha coinvolto, unitamente ai miei cari
Per il resto è opportuno e preferibile che io non faccia commenti"
di Paolo Carotenuto

Non sappiamo se gioire o piangere, ma la lettura delle motivazioni della scarcerazione del noto avvocato partenopeo,
Vittorio Trupiano, arrestato in una operazione anticamorra contro il clan dei Nuvoletta, rende giustizia al professionista detenuto ingiustamente ed a quanti si sono resi conto dell'assurdità delle accuse degli inquirenti e convalidate dal gip Ceppaluni che condannò Trupiano alla galera. Noi siamo tra questi, non ci siamo fatti intimidire dalla delicatezza del caso. Quando si parla
di camorra ogni scelta può essere mal vista o fraintesa, ma abbiamo corso il rischio e ci siamo opposti anche al "singolare" silenzio dei media seguito alla scarcerazione del legale, dopo che la sua foto campeggiava sulle prime pagine di tutti i giornali e dei TG nazionali nel giorno dell'arresto. Come da copione, l'onestà intellettuale della stampa "ufficiale" è ben poca cosa, oggi che possiamo affermare a voce alta che l'arresto di Trupiano è stata una vigliaccata, non aveva ragione di essere e si è trattato di un chiaro attacco ad un personaggio scomodo per le mai accettate posizioni politiche. E' questo che traspare dall'ordinanza che segna la piena riabilitazione di Trupiano. Il Tribunale del riesame, dopo aver chiosato che il periodo in contestazione al Trupiano
era limitato all'aprile-maggio 2001, si è così espresso nel merito, annullando la custodia cautelare: "Tanto premesso il collegio ritiene che nel caso in esame manchino elementi da cui desumere il contributo specifico, consapevole, effettivo e causalmente idoneo, alla conservazione o al rafforzamento dell'associazione ed alla realizzazione della medesima, recato dal concorrente (...) non può considerarsi a parere del collegio, attività idonea concretamente (ma al più solo astrattamente ed ipoteticamente) ad incidere sulla vita del sodalizio considerando anche che il ricorrente non appare essere già un politico di elevata statura capace
di garantire anche indirettamente un apporto politico alla cosca anche in mancanza di elezione". Un'ordinanza quella del Riesame che si è calata nel merito dell'intricata vicenda processuale destinata a provocare ulteriori polemiche nel Palazzo di Giustizia di Napoli. Le reazioni a caldo degli avvocati di Trupiano, Sergio Simpatico e Bruno Spiezia sono pubblicate in un comunicato in cui si legge: "La giustizia del Tribunale del Riesame ha restituito decoro, dignità ed onore di avvocato ad un collega che con la propria reazione ferma e dignitosa aveva già dato adeguata risposta alle accuse che gli venivano mosse. E' la vittoria del Diritto e dello Stato di Diritto". Ma restano i 15 giorni di carcere ingiusto e immotivato. Amarezza e rabbia sono tangibili nelle dichiarazioni di Trupiano sulle motivazioni della sentenza con cui ha riacquistato la libertà: "Solo oggi mi rendo conto dell'immane tragedia che mi ha coinvolto, unitamente ai miei cari. Per il resto è opportuno e preferibile che io non faccia commenti". Del resto non se ne vede il bisogno, perché a parlare è l'ordinanza del Tribunale e costituisce un vero e proprio atto di accusa e censura contro l'operato del p.m. Giuseppe Borrelli che ha richiesto la carcerazione preventiva e il gip Ceppaluni che ne firmò il decreto.

Siamo vivi e vegeti, malgrado le Italiche Europuttanate
di PL. de Piccoli & Figallo

Caro Virus, siamo ancora vivi e vegeti malgrado le batoste e malgrdo tutto ciò che succede in Italia. Da amici ad amici dobbiamo dire che siamo molto delusi da quest'Italietta da copertina, ci sembra di sfogliare quei settimanali patinati dove la pubblicità supera
gli scarsissimi articoli e quei pochi paiono scritti per dei deficienti cronici. Eurolandia prosegue nella sua furia distruttrice di ogni parvenza di identità Nazionale. I giornali continuano a parlare di come siamo forti e quanto siamo amati nel mondo occidentale ma "non si accorgono" che siamo entrati in un circolo vizioso che ci porterà alla rovina. La giustizia è alla frutta. Gli scioperi ci "spezzano le reni" (vedi Milano). La microcriminalità (orribile parola) è in aumento. Le vacanze Natalizie si passeranno all'estero perché costa meno e i pensionati continueranno a vivere con 300 Europuttanate al mese. La ciliegina sulla torta la ha messa quel figlio di paragnosta di Fini sputando ignobilmente sulla nostra storia...Tutto bene insomma, a parte una manciata di morti ammazzati su cui si sono scagliati alcuni sciacalli. Caro Virus ma cosa si può scrivere su quest'accozzaglia di menzogne e tradimenti? Una sola parola, anzi sei: "andate tutti a fare in.....c......" Naturalmente l'appello è rivolto ai nostri cari e democratici governanti che sniffano e vanno a puttane (con tutto il rispetto per le adorabili Signore) con i soldi dei contribuenti.
Un caro saluto dai tuoi "delusi": PL. de Piccoli & Figallo

Ritorniamo alla "Cabala del Doge"!
La "Cabala" del Doge: 30 - 9 - 40 - 12 - 25 - 9 - 45 - 11 - 41 Suonate le trombe.....! Fate rullare i tamburi....!

"Questo xe el vostro Doge, se ve piase". E con questa formula el Doge de Venexia venne presentato al popolo per 7 secoli,
finchè Napoleone non istituì in laguna il gioco di rubamazzetta. Coniata il 25 agosto del 1205 quando elessero Pietro Ziani,
i Patrizi si ripromettevano con quella formula, pronunciata coram populum di far zittire gli esagitati mugugni della gente che si sentiva sempre più emarginata dalla cosa pubblica. La "cabala dei 9 numeri" fu istituita invece il 23 luglio del 1268 quando il Maggior Consiglio elesse missier Lorenzo Tiepolo. Ma ecco la ricetta con la quale venivano somministrati quei numeri.
Di 30 rimangono 9, i quali ne eleggono 40 che poi rimangono in 12 che ne eleggeranno 25 per rimanere in 9 che a loro volta ne eleggeranno 45 che si ridurranno a 11 per eleggerne 41 che alla fine eleggeranno il Doge... con almeno 25 suffragi. Tutto qui. Come vedete, una semplicissima successione di combinazioni in parte fortuite e in parte intenzionali al fine di evitare qualsiasi broglio. Ma a questo punto è forse opportuno leggervi il foglietto illustrativo. Dovete sapere (direbbe Marco Polo) che un bel giorno
il Consigliere più giovane, ducatu vacante, veniva spedito a San Marco per invocare la Grazia Celeste sulla scelta del Principe. Quindi doveva condurre in Palazzo il primo fanciullo in cui si fosse imbattuto, per invitarlo a estrarre dalle urne le ballotte per la elezione del nuovo Doge; da qui il suo nome di ballottino. Raccoltosi il Maggior Consiglio e allontanati i minori di 30t'anni, si poneva in un bossolo tante ballotte di cera (poi di "ormesin" ossia di seta ed argento) quanti erano i Consiglieri presenti e in 30 di esse (poi di oro) si racchiudeva un ritaglio di pergamena con su scritto Elector. Il ballottino procedeva alla estrazione consegnando a ciascun Consigliere una ballotta. Quei 30 che estraevano la parola Elector ponevano in un'altra urna altre 30 ballotte su 9 delle quali era scritto Elector. I nuovi 9 eletti si adunavano quindi in strettissimo conclave per nominarne, con almeno 7 voti, i 40 che la sorte riduceva a 12 i quali con almeno nove voti ne eleggevano 25 che si riducevano per estrazione a 9 che a loro volta..........
Ma a questo punto avete capito tutto. E la ricetta gastronomica del Doge? - vi chiederete. Alla prossima puntata! Adalberto

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