giovedì 24 aprile 2008


Indro Montanelli è considerato a ragione un gigante del giornalismo e sarà ricordato come padre di un giornalismo moderno, da cui quasi tutti hanno imparato a scrivere articoli d'opinione.
La storia di Montanelli si può trovare sulle enciclopedie, sulle quali tuttavia non apparirà la cronaca spicciola della sua vita, che mostra un Montanelli iracondo, bilioso, invidioso, fondamentalista per quanto riguardava le sue ferree opinioni.
Io c'ero al suo tempo e ne ero lettrice assidua, riconoscendo in lui una superiorità professionale indiscussa ed anche una generica condivisione di indirizzo politico.
Tuttavia questa mia ammirazione non m'impedì mai di dissentire da certe sue prese di posizione.
La più clamorosa fu quella contro Berlusconi, subito dopo che essendosi allontanato da il Giornale per ragioni di incompatibilità con il nuovo editore fondò La Voce.
Mi abbonai alla cieca al nuovo quotidiano, ma, fin dal primo numero, mi pentii amaramente di averlo fatto e rescissi l'abbonamento immediatamente.
La ragione ? Sulla prima pagina del primo numero, nel bel mezzo in alto, c'era una vignetta che raffigurava Piazzale Loreto, ma, al posto del Duce, si vedeva Berlusconi appeso a testa in giù.
Questo fu espressione di puro e cieco odio, di cui ancor oggi paghiamo le conseguenze per quanto rancore, disgusto, odio e di lì invidia e disprezzo ingenerò nei tanti che vedevano in Montanelli un vate della libertà e della domocrazia.
Giusto riportare qui di seguito il racconto dei ricordi di un amico, dei quali avallo ogni parola, perché il nostro Luchy ha la memoria di quell'elefantino con cui si firma (niente a che vedere con la stazza di Ferrara, solo memoria).
E' il racconto dell'incontro fra Montanelli e l'editore Silvio Berlusconi.

Nella sede de Il Giornale.
E' stata ricostruita, minuto per minuto, la visita di Silvio Berlusconi alla testata, con la presenza in assemblea di tutti i giornalisti, o quasi.

Berlusconi chiese di convocarla, l'assemblea, non per parlare della sua discesa in campo, nè di una richiesta di appoggio da parte della redazione e dei singoli giornalisti.

La richiesta d'incontro, era per spiegare le difficoltà che stava avendo con Montanelli, sull'ammodernamento del quotidiano, sulle rotative, sugli sprechi di gestione che Berlusconi riteneva non sostenibili, perchè considerava Montanelli un grande giornalista ma un pessimo amministratore.

Lo stesso Montanelli lo diceva, ma si intestardiva di voler avere sempre l'ultima parola a prescindere dai risultati economici.

Berlusconi diceva : sono disponibile a immettere ulteriori capitali, oltre quelli che ho messo a fondo perduto e che non hanno dato, in questi due ultimi anni, nessun risultato positivo, ma tu, caro Indro, devi passare la mano sulla gestione economica e tenere solo quella editoriale.

Montanelli, da toscano incazzoso e traditore, gli disse di sì sull'assemblea da convocare, nello stesso momento in cui stava contrattando con gente esterna e con i suoi fedelissimi, la possibilità di costruire una nuova testata da lui diretta e gestita in toto.

Ed attaccò Berlusconi con la falsità che ho scritto inizialmente : fedeltà all'editore che si candidava alla guida del Paese e fondava per questo proposito, FI.

Che sia come ho scritto la faccenda, ne è prova il fatto che successivamente vennero alla luce gli accordi che Montanelli aveva allacciato con personaggi non di cdx, per costruire la Voce.
Prova ne sia che aveva allacciato rapporti tali che addirittura dentro al sindacato, in generale sulla triplice ma non solo, vennero fatte sottoscrizioni per fare abbonamenti al quotidiano : soldi che permisero, all'inizio, una diffusione abbastanza utile per tenere aperto.

Prova ne sia, che vennero scritti interventi da parte di giornalisti che si tennero al riparo e non si schierarono da subito per nessuna delle due "fazioni" : quella che voleva andarsene e se ne andò, e quella che del Giornale consideravano la loro casa naturale : scrissero pubblicamente che nel momento in cui Berlusconi discuteva degli impegni economici e della sua disponibilità ad ottemperarli, Montanelli aveva aperta la trattativa per la Voce, in segreto di Pulcinella, ovviamente, visto che sotto questo aspetto, venne sputtanato.

Io da tempo avevo anche un rapporto con Montanelli, cartaceo e da quando, fallita la Voce, anche internettiano dopo la sua presa al Corriere, della "Stanza di Montanelli" : non ebbi mai problemi ad esternargli che non credevo una mazza del suo dire, su quella faccenda, gli scrissi anche nomi e cognomi di coloro che mi avevano spiegato cosa davvero aveva fatto : poi, venne fuori anche un libro, oltre a tanti articoli, di Paolo Granzotto sulla faccenda e, mi pare, lo stesso Montanelli smise di raccontare balle : troppo precise le cose spiegate da Granzotto, per poterle confutare.

A me, pur cercando di difendersi da quanto gli scrivevo, mai ha negato ciò che gli scrivevo.

Montanelli fu, secondo me, un fottinculo per tutta la vita, non per niente qualche giornalista scrisse cose su di lui che non lo mettevano in buona luce, sia su articoli da lui scritti, sia per certe dichiarazioni"forzate intellettualmente e onestamente false" : anche in questi casi, Montanelli si mise "in silenzio stampa".

Nessun commento: