domenica 25 maggio 2008

Informazione fatta di niente


Chi ricorda, già dal liceo, o ancor prima, quando si leggevano i Promessi Sposi, I ragazzi della Via Paal, il libro Cuore di De Amicis, o anche l’Isola del Tesoro, Il giro del mondo in 80 giorni ecc? Non c’è bisogno di arrivare a Pinocchio, a Biancaneve e i sette nani, a Pollicino, e così via. Oggi questi testi verrebbero scorsi con fretta, quasi in diagonale, perché o se ne conosce già la trama o si ritengono volumi di biblioteca, magari riediti e sorpassati.
Oggi si preferiscono i fumetti, meglio se un po’ scemi, gli album “neri”, la trascrizione disegnata di storielle insulse, spesso ripetitive e quasi sempre violente. Si sa già che l’eroe dell’episodio non può morire, poiché il racconto deve continuare e magari non si sa più che cosa dire.
Aggiungiamo i rotocalchi che attirano l’attenzione sempre sulle medesime vicende frivole. Aggiungiamo le ore passate davanti al televisore o a Internet, non sempre con le narrazioni devote delle vite dei santi, ma intrise di violenza, di spari che finiscono per salvare sempre l’eroe di turno. Senza tacere delle pubblicità, dove ragazzine laccate e un po’ebeti sono vestite di pelle o poco più. Aggiungiamo le trame di Telenovelas che giocano con i sentimenti più sbrigliati e lerci. Aggiungiamo i giornali – talvolta distribuiti anche gratuitamente alle fermate degli autobus o del metrò – pieni di gossip scandalistici e di veline. Per non parlare di vestiti che giocano a mostrare l’occhiolino di là della poca stoffa usata. E poi c’è la violenza. Spari che non si contano, vendette giustificate – si fa per dire – anche per un nulla. Battaglie furibonde che si capiscono bene nei loro obbrobri, anche se non sempre si intuiscono perché queste lotte e questi delitti nascano. Basta guardare qualche cartellone del cinema o qualche strisciata di titoli di film da proiettare prossimamente. Santa Maria Goretti o Santa Agnese non ci stanno in queste botte furiose e in queste trame inconsistenti. E i testi delle canzoni, anche più premiate? Pure qui, desolazione, noia, sbadigli, pure se le note sono ridondanti almeno per tener svegli.
Dunque hanno sbagliato tutto i pittori e i musici del Medioevo e del Rinascimento?
Dunque, nasce adesso un musica briosa che non riesce a lasciar prender sonno?
Dopo di che, le conversazioni tra amici – amici? – languono – e la monotonia delle battute insulse, spesso fanno trascorrere una serata scialba,che viene però definita divertente.
Basta mettersi accanto a un gruppo di giovinastri su un lato di una carrozza di un treno, anche sgangherato, per constatare che la genialità non sembra brillare. Talvolta non si salva nemmeno la grammatica. Chi ha assicurato che per la prima volta, nell’Italia di oggi si è raggiunta l’omologazione di una lingua italiana corretta?
E si passi pure ai telegiornali. Che dovrebbero essere il top della novità della giornata non ancora conclusa, e magari snocciolano una specie di rosario di truffe – alcune anche molto furbe -, di delitti, spesso atroci ed efferati. Il resto è spazzatura per le strade delle grandi città e guerra guerreggiata in paesi lontani, ma ormai vicini.
E poi sembra che a far notizia non è la normalità – vale a dire – il vivere secondo la norma -, ma il ghiribizzo di chi butta per strada le inibizioni e lascia che la vita scorra dove porta il cuore, o l’istinto, più del cuore.
Dopo di che, ci si lamenta perché la società si corrompe e i costumi si imbarbariscono. Che altro si vuole? E’ come porre tutte le premesse per un comportamento deviato e inorridirsi, poi, per gli esiti che ne derivano. Logica vuole.
Tolti i grandi principi morali ci si può aspettare di tutto e il contrario di tutto.
“ L’amore reciproco dei coniugi, dei figli e dei genitori, saldato dall’amore a Dio e dalle persone intorno a loro, è sempre stata la base della famiglia cristiana unita (…) Divorzi, aborti, aspirazione insaziabili al lucro e al piacere, la dimenticanza dei propri figli che rimangono così spesso privi di affetto e dell’educazione dei genitori – tutto questo trasforma la vita dell’intero popolo in una esistenza senza gioia, piena di rimorsi. Se invece regneranno nelle famiglie l’amore, la fede, la gioia dell’impegno reciproco, ci saranno attorno a noi più volti felici e anche il destino dei nostri popoli cambierà per il meglio”. Così si esprime il Patriarca Alessio II nella celebrazione del Natale ortodosso di quest’anno.
Spesso l’informazione e la formazione dei grandi orientamenti morali della persona rimangono in una nebbia che tutto oscura e impedisce di vedere il vero e il bene, l’errore e il male.
Del resto, spesso l’istruzione e quella che dovrebbe essere l’educazione della persona nella sua completezza, non aiuta i lettori a rettificare idee e comportamenti, ma li devia in un sentimentalismo ottuso o in abbrutimento disumano.
Si apre qui tutto il campo della lavoro educativo che forma delle persone che inorridiscono di fronte a delitti di ogni genere, a soprusi ispirati a un relativismo che non conosce più né bene, né male e a una cultura di morte di chi non ha nessuna etica da osservare.
Possibile che nell’universo mondo, o anche nella piccola Italia, vi siano soltanto efferatezze e vigliaccherie? E la vita che si svolge nell’ordine e nel rispetto degli altri non ha davvero alcun diritto di cronaca? Possibile che gli organi di informazione non possano riportare se non brutture e non rinvengano, nella vita di ogni giorno, qualche sprazzo di verità, di bellezza e di bontà?
Anche perché il vedere simili immagini negative influisce forse più che l’attuazione dei gesti osservati: è più facile imitare che fare. Al contrario, le immagini positive possono indurre a una bontà capace di rispetto e di aiuto e costruire così una società umana.
Riflettano gli operatori dei mass media: operano con strumenti che possono rabbonire o incattivire, che possono motivare stili di vita buoni o deviati.
I fatti cattivi suscitano imitazione. Gli avvenimenti perversi traggono la responsabilità di riparazione.
http://www.alessandromaggiolini.it/bin/servlet/mediabox.servlets.presentation.DettaglioInfo?idInfo=43678&url=dettaglioRassegna.jsp

3 commenti:

ambra ha detto...

Non ho mai letto né voluto leggere il Cuore di De Amicis, ma gli altri sìe anche molti altri.
Bello sarebbe rileggere oggi, alla luce di quello che sta succedendo alla nostra gioventù, I Ragazzi della Via Paal, forse capiremmo meglio il germe che genera il bullismo.
Ma i nostri bulli non sanno riconoscere i Nemechek.

duepassi ha detto...

Condivido tanto che a suo tempo ho creato un Teleshelburn, dove non si parla di delitti, ma di vita normale.
Ho cercato, ogni tanto, di dar valore al sorriso dei bimbi, e alle piccole, grandi cose, che avvengono ogni giorno in una famiglia normale, anche per ricordare, e far ricordare, che certe notizie dei telegiornali rappresentano in realtà una parte piccolissima della Società, che è fatta, invece, di tante, tante, piccole famiglie dove magari succedono cose assai normali, ma ancora piene di valore.

Secondo me.

Crystal ha detto...

Io ho letto Cuore e altri bei libri per ragazzi, quelli della nostra epoca.
Sono d'accordo con Guido: bisogna parlare ai ragazzi e insegnar loro a dar valore alle piccole e grandi cose belle che avvengono nel mondo e che, non costituendo notizia per giornali e TV, non vengono raccontati.
Voglio credere che certi fenomeni costituiscano una minoranza: ma anche se davvero fossero pochi, sempre troppi sono