giovedì 24 gennaio 2008

il signore degli anelli in prodo 1

di J.R.R. Dupassien
Libro primo - La compagnia dell'anello in prodo (superstar)
capitolo primo
Una festa a lungo attesa

Quando il cavaliere Silbo Belluskons di Casa Darkoor Belluskons annunziò che avrebbe presto festeggiato il suo centoundicesimo compleanno con una festa sontuosissima, tutta Hobbyville si mise in agitazione.
Silbo era estremamente ricco e bizzarro e, da quando 41 anni prima era stato battuto ad una elezione, assai di misura, per rivincere un anno dopo alla grande, rappresentava la meraviglia non solo della contea di Acerra, ma del mondo intero che lo ammirava ed addirittura lo venerava. Persino Mastellon Delludeur si era tappezzato casa dei suoi ritratti e passava almeno un'ora al giorno in ginocchio davanti a quelle immagini magnifiche e sorridenti. Non parliamo poi di Ivan IIII (giovanni quarto) re dei guelfi dei boschi, che durante la settimana cucinava salamelle alle feste contadine, per raccogliere soldi per costruire un monumento dedicato a Silbo, come ringraziamento ed anche per scusarsi di averlo precedentemente tanto avversato.
Le ricchezze di Siulbo erano diventate leggendarie, ed il popolo credeva, benché ormai sia i vecchi, sia Nikol Vergat, lo neghino, che la collina di Casa Darkoor Belluskons fosse piena di grotte rigurgitanti di tesori. E, come se ciò non bastasse, ad attirare l'attenzione di tutti contribuiva la sua inesauribile, sorprendente vitalità. Si dice infatti che ad una cena a Brut-sales avesse fatto le corna a Shirakkons.
Il tempo passava lasciando poche tracce sul cavaliere; a novantanni era tale e quale era stato a cinquanta; a novantanove anni incominciarono a dire che si manteneva bene: sarebbe stato più esatto dire che era immutato. Vi erano quelli, rossi di rabbia, e rossi dentro, che scuotevano la testa, borbottando di parucchini, lifting, e quant'altro. Mormoravano, pieni di rancore, che aveva avuto troppo dalla vita: non sembrava giusto che qualcuno possedesse (palesemente) l'eterna giovinezza ed allo stesso tempo (per fama) ricchezze inestimabili, e fosse tanto, ma tanto, più intelligente e simpatico di loro.
"ci porterà" dicevano "dei guai".

Ma finora di guai non ve ne erano stati, ed essendo il cavalier Belluskons generoso, la gente intelligente gli perdonava facilmente le sue stranezze e la sua fortuna. Contava molti devoti ammiratori fra la gente umile ed ordinaria, perché li aveva liberati dall'onere di pagare le tasse, dopo tanti anni di oppressione dello sceriffo di Nottingham, Alì Bersaan, e del suo feroce scudiero Aenrielett, che li avevano perseguitati con le loro odiose tasse. Invece Silbo gli aveva anche fatto avere una pensione, quasi a tutti, e a qualcuno, più bisognoso, anche una camera d'hotel con bagno.

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